di Luigi Asero
I nostri lettori si chiedono cosa accade. Qualcuno appare spiazzato da toni apparentemente contrastanti che si leggono in questi giorni fra le nostre pagine.
Vogliamo tranquillizzare tutti: non accade nulla se non il fatto che questo giornale è una testata libera e pertanto può accadere che si trovino opinioni diametralmente opposte. O meglio, accade quel che Beppe Grillo ha spiegato nella lettera al Movimento 5 Stelle il 29 maggio:
…finalmente giunti ai primi veri scontri fra modi diversi di intendere la cosa pubblica, sento che questo viene chiamato caos. Accidenti, era così radicata l’idea che parlare di politica significasse solo inseguire nipoti (da Letta a Ruby) e orchestrare dibattiti sul nulla che assistiamo al disorientamento assoluto di fronte alla ripresa del confronto politico, anche duro.
Il mondo dell’informazione in questo Paese, la cui libertà dei mass media lo ha precipitato al 46° posto nel mondo secondo l’annuale classifica stilata da Reporters sans frontières, ha abituato buona parte dei lettori a leggere uniformità dei commenti delle principali testate. Ecco quindi legittima la domanda di quanti si stanno chiedendo: “Cosa accade a La Voce dell’Isola?”.
In realtà non accade proprio nulla, semplicemente in un momento di forti “perturbazioni politiche” si può finalmente comprendere cosa sia una testata libera. Una testata non legata ad alcun potere in particolare, né politico, né economico. Ecco che diventa normale leggere opinioni contrastanti, che cercano di proporre differenti punti di vista sulla base delle personali convinzioni dei singoli autori che siamo, ognuno per sé, responsabili di quanto scritto. Dallo scrivente al direttore Salvo Barbagallo, da Giovanni Negri al condirettore Marco Di Salvo. E via dicendo…
Quando un giornale ha un suo preciso indirizzo politico, sempre esaltando i propri beniamini (o cercando di coprirne le malefatte) e denigrando a prescindere l’operato dei non alleati/allineati lì quello (a nostro modesto parere) non è un organo d’informazione, quello è organo (più o meno ufficiale) di partito. Questo La Voce dell’Isola non è e non sarà mai.
Occorre però, a questo punto, porgere all’attenzione di voi lettori, di qualsiasi convinzione siate, alcune precisazioni.
Come più volte ribadito, non soltanto in quest’ultima fase, dal nostro direttore Salvo Barbagallo, ci siamo mossi tenendo ben a mente l’art. 1 della Costituzione Italiana (di cui tutti si fanno scudo spesso provando a manovrarne le “intenzioni” dei padri costituenti): La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Sulla base di questo concetto fondamentale, la sovranità appartiene al popolo, non abbiamo potuto far a meno di rilevare come la decisione del presidente Sergio Mattarella di non affidare l’incarico a Lega – 5 Stelle per la presenza al ministero dell’Economia dell’economista Paolo Savona, ci abbia lasciati perplessi. Ci siamo cioè chiesti quanto quella decisione rispettasse la sovranità popolare. Ben tenendo a mente le prerogative del presidente della Repubblica, siciliano come noi e degno di stima a prescindere per il suo passato senza alcuna ombra, anche da costituzionalista. Saremo però liberi, pur rispettando una decisione presidenziale, di esprimere delle perplessità?
Poi sappiamo come è finita, l’incarico è stato dato, l’Italia ha vissuto delle ore quasi drammatiche di incertezza, lo spread (l’arma dei mercati puntata contro i governi non allineati) ha avuto la sua parte. Talmente forte da portare addirittura esponenti di rilievo come il commissario UE Oettinger a dire (e smentire poi) che “i mercati insegneranno agli italiani a votare”. I mercati? Ma quali? Quelli rionali, quelli settimanali? Ma cosa diciamo ai nostri giovani? Che il capitalismo comanda sulla sovranità popolare? Che il diritto di voto è un giorno di vacanza dalla scuola? A volte però l’arroganza (non solo di Oettinger) è un boomerang, così è arrivata la nuova decisione del comunque saggio presidente Mattarella.
Pace fu? No, piuttosto quegli interessi transnazionali coalizzati e quasi convinti d’aver sconfitto il dilagante “populismo” e “sovranismo” reagiscono rabbiosamente. Qualcuno ne riporta le proprie impressioni, usandone gli stessi toni. Toni che mai invece si erano utilizzati. Si è passati dai “vaffa” grillini al delirio allineato contro l’alleanza Salvini-Di Maio a prescindere dal sapere come governerà, certi che governerà peggio (se peggio di come si è governato negli ultimi decenni è possibile). Titoli e titoli che annunciano il fascismo, il genocidio imminente quasi… Non cadremo in questo errore e ci limitiamo a ricordare ai lettori quanto stanno leggendo in ogni organo di informazione in questi torridi giorni di inizio giugno, giorni quasi agostani.
Citiamo ancora la lettera di Grillo con cui abbiamo iniziato: “il confronto fra interessi diversi combattuto con mezzi diversi dalla violenza, dopo avere denudato la casta questo era il nostro obiettivo più importante: un paese che tornasse a porsi i temi che contano per il suo futuro.” Ecco, temi che contano per il futuro. Questo ci interessa.
Ci interessa anche a costo di prendere posizione nei rispettivi profili social come nelle discussioni al bar perché le cose sono due: o ci si limita alla sterile cronaca politica, senza alcun commento pro o contro, o si fa parte di quei cittadini che chiedono di esser aiutati a comprendere o almeno che chiedono di confrontarsi. E non possiamo sottrarci a questo impegno. Perché anche decidere di far informazione è un impegno, un dovere. E se non si prende una posizione rischiamo unicamente di assumere la posizione dei vili.
Infine vogliamo sommessamente ricordare al buon Giovanni Negri che con “giggino ‘a purpetta” si intende Luigi Cesaro (Nel 1984 Luigi Cesaro (soprannominato da molti Giggino ‘a purpetta), è stato arrestato nell’ambito di un blitz contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo) e non certo Luigi Di Maio, certi che si tratti di una svista e non di un tentativo di “offendere” il cittadino Luigi Di Maio.
Adesso che i nostri lettori hanno, forse, un quadro più chiaro della nostra testata possiamo tornare a scrivere. Il prossimo pezzo a breve. Restate in linea.